VII Arte a Castello 2013

VII Arte a Castello 2013 | la Grande Ricchezza
Organizzato da Faro Verde, Collettivo VV, Rass Arte “Premio Basilio Cascella”, PasseArt – A Passerini e TM15 Sabato 5 ottobre 2013, 17.30 – 20.30

Giunta alla sua settima edizione, la rassegna Arte a Castello si sposta dalle Marche in Emilia Romagna, ospite della Delizia Estense del Verginese, antica dimora della famiglia d’Este e Patrimonio dell’UNESCO.

Al suo interno una selezione di fotografia, pittura e scultura selezionate dal Premio Nazionale di Arte Contemporanea ‘Basilio Cascella’, giunto alla LVIII edizione. Alla selezione si aggiungono diversi altri artisti facenti parte delle scorse edizioni della rassegna ‘Arte a Castello’ e altri invitati appositamente.

L’evento partecipa alla 9^ Giornata del Contemporaneo indetta dall’AMACI, ed è concomitante con il Festival di Internazionale che ogni anno si tiene nella città di Ferrara.

Tema di questa edizione, e degli ultimi 3 anni del Premio Cascella, è l’economia e il ruolo che l’arte può avere in essa, sia concretamente che ideologicamente. Il finissage di domenica 27 ottobre, presso la Vinaia della Delizia Estense, si terrà l’incontro/conferenza ‘Economia / Arte / Cultura’ in cui si discuterà di questi argomenti. Interverranno diverse realtà in ambito culturale, artistico ed economico che dibatteranno su tale argomento.

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“L’artista è sottoposto ad un tema ampio, difficile, delicato. Ma chi più idoneo dell’artista a svilupparne i moti, e i modi, in cui la lira e l’ira hanno toccato e continuano a toccare, modificandone, il sistema e l’economia?

Quando la lira era in corso era in corso anche l’ira. Come se fossero, o forse lo sono, due facce della stessa medaglia, come se il denaro avesse, nella sua circolarità, un lato oscuro, e iracondo.

L’Europa ha optato per una moneta unica che circolasse oltre le frontiere nazionali e fosse sempre la stessa, ad unire ogni Stato, una cosa in comune, libera di oltrepassare le frontiere e mai cambiarsi: l’ira, insita nell’animo umano così come nella vecchia lira italiana, ha continuato con l’Euro a suonare la sua musica e sempre più forte.

Cosa può fare un artista per scollare, scindere le due parti?

Ascolta. Vede. Tocca. Annusa. Assapora. E con il sesto suo senso immagina un altro modo. Un altro mondo possibile. E lo rende possibile. Lo comincia. Senza posa. Senza riposo. L’artista non è Dio. Ma, in questo paradiso che è il mondo, ed è fatto a scale, chi le scende e chi le sale, scale musicali e scale di Escher, c’è una moneta fuori corso che ancora rimbomba forte i suoi colpi, come chi è sepolto vivo, ad ogni battito dice che l’Euro è un impostore, che le frontiere esistono eccome, e che le banconote non sono un collante e mai potranno unire, semmai dividere. E prende piede l’ira così. La consapevolezza di essere incollati a delle banconote. Se da un lato c’è il potere, con tutte le sue conseguenze per raggiungerlo, e l’impotenza e l’ira, la rabbia, dall’altro lato c’è un ritratto ed è il ritratto di ognuno, come se si venisse qui, in questo paradiso di scale, ad avere e ad avere moneta sonante, a spenderla, mentre è la vita che si spende e se ne va, infine: e vita non è, rimane una musica, oltre i confini e oltre gli stati, e circola, come una banconota soffiata dal vento, leggera, e libera davvero”.

Terry May